Qual’è la differenza fra Focusing e Terapia?

di Ann Weiser Cornell, Ph.D.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero di Marzo, 1997 di The Focusing Connection (iscriviti) e ripubblicato in L’accettazione Radicale di Tutto diAnn Weiser Cornell con la partecipazione di Barbara McGavin (Calluna Press; 2005).

Translated by Francesca Castaldi, Ph.D

Spesso le persone mi chiedono “Che differenza c’è fra il Focusing e la terapia?” e sempre mi sorprende un po’, come se qualch’uno mi stesse chiedendo qual’è la differenza fra respirare e fare torte di terra.  Perchè naturalmete speriamo che il Focusing stia svolgendosi durante la terapia, specialmente nel cliente ma idealmente anche nel terapeauta.

Io di riposta chiedo, e solitamente è quello che la persona veramente voleva sapere: “Qualè la differenza fra fare terapia come terapeuta che usa il Focusing, e guidare come un non-terapeuta una persona a fare Focusing?”  Questa è una domanda che mi interessa molto, e a cui ho rivolto molto del mio pensiero nel corso degli anni, visto che mi è chiaro che io non sono terapeuta nonostante offra sedute di Focusing e venga pagata per questo.

Se fai scambi di Focusing con un’ altra persona e non copri una tariffa per questo, allora sei in una Focusing partnership, ed è abbastanza facile vedere che lo scambio di ruoli distingue questa relazione dalla terapia.  Quindi  nelle sedute in cui una persona guida un Focuser e viene pagata per questo, ci deve essere qualche cosa di diverso fra questa relazione e quella terapeutica.  Io direi si, è proprio così.

In generale, quello che distingue una guida di Focusing da un terapeuta orientato al Focusing è la qualità  e il carattere della relazione.  Il terapeuta orientato al Focusing è interessato allo spazio interpersonale, come lo chiama Gendlin, e dà attenzione alla qualità di questo spazio  quale elemento essenziale del processo terapeutico.

(Per inciso vorrei dire che è un po’ controverso come riferirsi ad un terapeuta che usa il Focusing come la sua modalità dominante:  Terapeuta Focusing, terapeuta orientato al Focusing  o terapeuta esperienziale sono tre possibilità.  Mi scuso per usare solo terapeuta orientato al Focusing in questo articolo, per questioni di brevità.)

Nel suo articolo “La Terapia Focusing: Affermazioni Basiche” Johannes Wiltschko scrive: “Adesso devo parlare dell’importanza della specifica relazione fra cliente e terapeuta.  Questa è, a parte il lavorare sul felt-sense, l’aspetto principale della terapia orientata al Focusing.  Lo spazio relazionale fra cliente e terapeuta è una spazio vivo nel quale si svolge il processo di sviluppo del cliente”  (The Focusing Folio, Vol.14, N.3, 1995 acquistabile dal The Focusing Institute). Naturalmente ci sono molti modi diversi di praticare la terapia orientata al Focusing, quindi ogni mia generalizzazione a riguardo dei terapeuti orientati al Focusing potrebbe non essere applicabile ad un particolare terapeuta.  Ma credo che queste distinzioni prese nel loro insieme ci aiutino a distinguere un terapeuta orientato al Focusing da una guida di Focusing.

A. La guida di Focusing principalmente facilita la relazione interna.

La guida di Focusing svolge il lavoro di facilitare il ciente a focalizzare.  Questo è cruciale.  Il focusing è una relazione interna, quindi nell’ufficio della guida di Focusing, la relazione interna, la relazione del cliente con il suo felt-sense è fondamentale.  Il terapeuta orientato al Focusing svolge un lavoro ulteriore: essere presente per la crescita (emotiva, spirituale) dell’intera persona in questo momento della sua vita.

Per una guida di Focusing, il processo non solo è piu importante del contenuto—sono sicura che sia così anche per molti terapeuti– il processo è supremo.  Sarebbe raro che un terapeuta dica al cliente, come spesso fanno le guide di Focusing “Non c’è bisogno che mi dica cos’ è arrivato.  Semplicemente assicurati di averlo veramente ricevuto tu.”  Il terapeuta  di solito considererebbe terapeutico ed un aspetto importante della relazione che il cliente condivida cìo che è ventuto.  La guida di Focusing considera la comunicazione fra cliente e guida relativamente poco importante rispetto alla comunicazione fra cliente e cliente.

B. I Terapueti necessitano prestare attenzione ai problemi della relazione.

I terapeuti necessitano prestare attenzione al transfert and controtransfert, e utilizzare la consapevolezza di queste dinamiche terapeuticamente nel lavoro con il cliente. Come guida di Focusing, se io incontro transfert e controtransfert, è in una misura uguale a qualsiasi relazione insegnante-studente.  Se io l’incontrassi—per esempio in un cliente che rimane turbato o si chiude alla prospettiva che io vada in vacanza—questo mi suggerische che abbiamo bisogno di discutere il riferimento ad un terapeuta.

La relazione terapeutica crea uno spazio nel quale le questioni relazionale possono essere affrontate come parte del processo di guarigione.  Alcuni anni fa ho iniziato psicoterapia per la prima volta come cliente, dopo ventidue anni di Focusing in relazioni di scambi egualitari.  Ho notato che avevo reazioni nei confronti della mia terapeuta che non avevo mai avuto con i miei partners di Focusing.  Durante i primi mesi di terapia, non volevo che ci fosse nessun altro cliente a parte me.  Sapevo che la terapeuta aveva altri clienti, ma non li volevo sentire nominare.  Mi sentivo terribilmente gelosa se vedevo altri clienti nella sua sala d’aspetto.  Non volevo dire a nessun’ altro come si chiamava per paura che anche loro andassero a vederla.  La forza e irrazionalità di questi sentimenti mi era d’imbarazzo, e allo stesso tempo era rassicurante sapere che in questa relazione avevo il permesso di sentirmi come una bambina gelosa dei mie fratelli e sorelle, e di esplorare questi sentimenti che dicevano “non c’è mai abbastanza per me.”

C. La guida di Focusing non solleva argomenti

Una guida di Focusing non scieglie gli argomenti su cui il cliente lavora.  La guida di Focusing non cerca lacune o buchi rispetto a quello che il Focuser solleva, e non fa domande a riguardo.  Il Focuser è totalmente responsabile del contenuto su cui vuole lavorare.

Quando ero una terapeuta e offrivo terapia di coppia con un collega, a volte con alcune coppie sollevavamo domande sulla loro vita sessuale. “Come va?” gli chiedavamo. “Ne potete parlare fra di voi?”  Per una coppia in terapia di coppia non parlare dell’aspetto sessuale della loro relazione era un’omissione rilevante, ed era una parte leggitima del ruolo di terapeuti portarlo all’attenzione.  Ma con i mie clienti di Focusing non lo farei. Gli aiuto a seguire quello che loro portano alla seduta.  Ho lavorato per una anno con una donna in una relazione tipica come guida Focusing. Lei sceglieva su cosa lavorare.  Principalmente ha lavorato sul tema a riguardo di quello che voleva fare con la sua vita.  Dopo circa un anno mi ha detto che stava soffrendo molto perchè si era divisa dalla sua amante.  In quell momento ho saputo il’identità sessuale della sua amante.

Credo, e l’ho verificato con più persone, che un terapeuta sarebbe stato giustificato nel persare che mancasse qualcosa, avendo lavorato con qualcuno per così tanto tempo e non sentendo mai parlare di amore/sesso/relazioni nella loro vita.  Un terapeuta avrebbe potuto giustamente chiedere: “Sei veramente soddistatta di quella parte della tua vita, o c è qualche motivo per cui non ne vuoi parlare?”

Ma come guida di Focusing lo considero al di fuori delle mio ambito.  Eravamo d’accordo che la mia cliente si facesse completamente carico di scegliere il contenuto delle sedute.  Io ero disposta a seguirla in qualsiasi percorso lei (e il suo felt-sense) volessere prendere.

D.  I clienti in terapia di solito vedono un solo un terapeuta alla volta.

A causa delle particolari qualità della ralazione terapeutica gia descritte, sarebbe normalmente considerato di poco aiuto e qualche cosa che crea confuzione se il cliente si vedesse con piu di un terapeuta alla volta.  D’altra parte una persona può avere diverse relazioni di Focusing.  Quando io ho iniziato ad imparare il Focusing, ero parte di una comunità egualitaria di scambi (Changes) in Chicago.  Ero così entusiasta del processo che lo facevo ad ogni opportunità.  Durante il primo anno, raramente avevo meno di due sedute alla settimana con persone diverse—e a volte fino a cinque.  Quando mi sedevo a lavorare con qualcuno non avevo bisogno di spiegare cosa si fosse svolto nelle quattro sedute di quella settimana.  Nè loro sentivano il bisogno di chiedermelo.  Semplicemente iniziavo al mio limite.  Ero la custode del mio processo.

Come guida di Focusing non ho bisogno di sapere che altro lavoro di crescita il Focuser ha fatto la settimana scorsa.  Mi ricordo di un uomo che mi disse che aveva lavorato con un’altra guida di Focusing qualche giorno prima, e siamo rimasti affascinati nello scoprire che le sudete erano totalmente diverse, sia nel tema che nel tono.  A mio parere, la scelta di vedere più persone è tutta del Focuser.  In questo senso considero che la guida di Focusing sia più come il massaggio che come la terapia.  Io mi sento libera di programmare sedute con piu operatori di massaggi, e anche diversi alla settimana, senza bisogno d’ informarli uno sull’altro.

E. Una Guida di Focusing può lavorare con amici

Non c’è nessuna difficoltà nell’essere una guida di Focusing con una persona con cui si ha un’amicizia.  Al contrario, sarebbe difficile e inopportuno creare o mantenere un amicizia con un cliente attualmete in terapia, o diventare terapeuta per un amico.  In quanto terapetua o cliente io mi sentire che le due relazioni sono in competizione l’una con l’altra. Se io sentissi che questa è una persona che potrebbe diventare mia amica, io non cercherei l’amicizia, poichè posso avere molti amici, e preferirei lasciare perdere l’amicizia in favore della relazione terapeutica durante il periodo della terapia.

F. Il  terapetua si prende un impegno a lungo termine.

Nonostante anche questo può variare in casi particolari, la maggioranza dei terapeuti si prendono un impegno verso il cliente del tipo “Sarò qui per la tua crescita, per tutto il tempo di cui hai bisogno di me.”

Quando ero terapeuta e decisi di trasferirmi dall’Illinois alla California, lo dissi ai miei clienti non appena incominciai a considerare lo spostamento seriamente, circa sei mesi prima della data.  Le loro reazioni al mio potenziale trasferimento divennero uno dei soggetti che esplorammo nella terapia.  Sentivo che dovevo dare loro la possibilità di abituarsi all’idea della mia partenza, e di condividere ed esplorare i sentimenti che questa faceva nascere in loro.  Lo stesso era vero per una vacanza.  Informavo i miei clienti delle mia vacanze con molto anticipo, e accoglievo i sentimenti e le reazioni che avrebbero potuto avere durante la mia assenza.  Come guida di Focusing programmo le mie vacanze quando non ho lezioni, ma non  ho bisogno di prendere in considerazione i miei studenti.  Se qualcuno chiama per un appuntamento quando non ci sono, possono o aspettare quando torno, o chiamare un’altra guida di Focusing o un partner di Focusing.  Ci sono poche probabilità che abbiamo sentimenti di agitazione o tradimento per la mia assenza.

G. Il terapetua usa tutto quello che funziona

Essendosi presi la responsabilità nei confronti della crescita della persona intera, sarebbe naturalmente senza senso da parte del terapeuta non fare uso di qualsiasi metodo che conosce e che potrebbe essere di aiuto al cliente.  La mia terapeuta usa tecniche che vengono dal Focusing, dalla Gestalt, dall’ EMDR, e un pizzico di Buddismo e Induismo come guida spirituale.  Soprattutto usa la sua presenza personale—e lì.  Come guida di Focusing, presumo che la persona mi abbia scelta perchè vuole essere guidata nel Focusing.  Se vogliono qualcosa di diverso, se ne vanno altrove.  Naturalmente anch’io cerco di dare al Focuser la mia piena presenza.  In questo non c’è differenza.

H. La Guida di Focusing non diagnostica o analizza

Naturalmente anche tanti terapeuti non lo fanno!  Ma anche i terapeuti che odiano fare diagnosi è probabile che debbano farlo, se non altro per soddisfare i requisiti delle assicurazioni necessarie per i pagamenti.  E alcuni terapeuti si ritrovano a fare onore alla loro formazione in “classificazione avanzata” (come il mio amico Marshall Rosenberg chiama la sua laura in psicologia) etichettando alcuni dei loro clienti “casi limite” “dissociati” “alessitimici” eccetera. Le guide di Focusing non lo fanno.

Cosa entrambi hanno in comune.

Potrebbe essere utile citare alcuni dei fattori che la terapia orientata al Focusing e la guida di Focusing hanno in comune.  Ho già menzionato la presenza—essere lì come una persona intera.  Ci sono anche considerazioni etiche comuni.

La riservatezza di tutte le informazioni apprese dal cliente o studente è una considerazione etica importante.  Credo che ne una guida di Focusing ne un terapeuta orientato al Focusing debbano rivelare informazioni sul cliente o studente ad altre persone o entità senza il permesso del cliente o studente.  È improbabile che una guida di Focusing debba affrontare delle eccezioni che abbiano a che fare con il pericolo di vita del cliente o di un’altra persona, come invece i terapeuti si possono trovare davanti.

Attività romantiche o sessuali con clienti e studenti sono un’altra area che richiede molta attenzione.  Sentimenti romatici e/o sessuali hanno una grande forza e potere, e possono essere intrecciati con bisogni personali e ferite non rimarginate, e possono soffocare (come la musica ad alto volume) qualsiasi altra relazione che è presente.  Alcuni eticisti proibiscono del tutto questo tipo di rapporti.  Io raccomanderei come minimo molta attenzione e molto Focusing prima di agire seguendo questi sentimenti.

C’è una distinzione da fare fra clienti/studenti con cui uno avesse già una relazione prima di incominciare a fare Focusing, e clienti/studenti che uno ha incontrato per la prima volta attraverso il Focusing.  Una persona può essere la guida di Focusing per un coniuge per esempio o per una cara amica.  Tuttavia una Focusing partnership di scambio sarebbe probabilmente più appropriata a questo tipo di relazione reciproca.

Cosa non distingue una Guida di Focusing da un terapeuta orientato al Focusing

A. Lunghezza di tempo

È stato suggerito che se una guida di Focusing lavora con un cliente al di là di un numero limitato di sessioni, diciamo quattro o cinque, allora il lavoro non è più quello di insegnare il Focusing me è, per dargli il nome giusto, terapia.

Non sono d’accordo che il numero di sessioni sia quello che definisce se la relazione è o non è terapia.  Una relazione può certamente essere come la terapia nella prima  sessione.  Mi ricordo di quando ho offerto la prima sessione ad una persona e il mio campanello di allarme ha suonato come dicendo “Questa persona sta entrando in transfert con me!” Capisco che il definire la relazione come limitata nel tempo è il modo in cui alcune persone mantengono la differenza fra la terapia orientata al Focusing e la guida di Focusing.  Ma un certo numero di sedute non trasforma una relazione in relazione terapeutica così come mantenere il numero di sedute al di sotto di un certo numero non significa non entrare in una relazione terapeutica.

B. Non è detto che l’insegnamento del Focusing avvenga.

È anche stato suggerito che dopo un certo numero di sessioni uno non stia più insegnando il Focusing, perchè la persona ha già imparato, e quindi stia facendo terapia.  Sono d’accordo con la prima parte di questa affermazione, ma non con la seconda.  Nella mia esperienza, c`è un tipo di relazione in cui uno non sta insegnando il Focusing esplicitamente, e non sta neanche facendo terapia.  In questo tipo di relazioni io sono un’accompagnatrice del processo della persona, utilizzando la mia esperienza come ascoltatrice e guida.  Nessun nuovo insegnamento necessariamente accade, infatti si può trattare di una persona che già “conosce” il Focusing, avendo seguito diversi seminari.  Potrebbe essere che mi abbiano chiamata per una sessione perchè sentivano un tema come particolarmente difficile, o perchè avevano l’impressione che una sessione con me gli sarebbe stata di aiuto.  Io sono contenta di ricevere una chiamata da qualcuno dopo mesi in cui non li ho più sentiti, e poi di sapere alla fine della sessione se e quando mi chiameranno ancora.  Non è un atteggiamento molto simile all’attitudine terapeutica!

Un altro aspetto positivo: in quanto guida di Focusing non sono oppressa dalle aspettative della società sulla relazione terapeutica.  Le persone non vengono da me con l’aspettativa che le dica se sono buone o sane di mente.  Non mi si da il potere di avere in mano una baccheta magica e analizzare i problemi di qualcuno.  Non ho bisogno di confrontare il processo educativo che il terapeuta centrato sulla persona e sul cliente deve fare—quello di spiegare che la bacchetta magica non esiste!

Sono convinta che la terapia orientata al Focusing e la guida di Focusing sono due professioni onorevoli, che possono sostenersi a vicenda in armonia e rispetto reciproco.  Sono contenta che i terapeuti orientati al Focusing esistano, e sono contenta di indirizzare a loro chiunque sia alla ricerca di terapia che include Focusing.  Per quanto mi riguarda, la mia professione mi si addice perfettamente.